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Sabato 18 maggio a Domenica 26 maggio 2019 si svolgeranno gli eventi della
6a edizione della Via della Bellezza
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Gli eventi sono illustrati dettagliatamente anche sulla pagina di Facebook:
ParrocchiaCerroMaggiore
Eventi della "Via della Bellezza"
(cliccando
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Messaggio ai parrocchiani: considerazioni sulla “Via Pulchritudinis”
Nella storia della cultura cristiana, la via della bellezza è sempre stata percorsa con sincera partecipazione e profondo senso culturale da S. Agostino a S. Tommaso, da S. Francesco a Balthasar. Tanti artisti e tanti santi hanno colto di Dio soprattutto la Bellezza. S. Francesco d’Assisi, nelle sue lodi, per ben due volte si rivolge a Dio in questo modo: “Tu sei la Bellezza”. Infatti nelle rappresentazioni di Gesù Crocifisso non si è trasportati alla deriva a causa del dolore e della morte, ma spinti verso il Mistero della bellezza. In Cristo è custodito quel potere della bellezza capace di ispirare, trasformare e modellare la vita umana.
Papa Francesco afferma: “È necessario recuperare la stima della bellezza per poter giungere al cuore umano e far risplendere in esso la verità e la bontà del Risorto“.
Le proposte culturali che abbiamo vissuto in questi giorni sono state un umile tentativo per offrire la possibilità di sperimentare, di toccare, di ascoltare l’eco del Tutto nel frammento della ricerca cardiologica, nel dolore e nella gioia della testimonianza, nella luce dei grandi capolavori della pittura di Caravaggio, nell’armonia della grande musica, nella contemplazione delle stelle e nella sorpresa della Provvidenza.
Il potere della bellezza consiste nell’attrarre: la bellezza è quel potere che consente a ciò che è veramente buono di farci uscire da noi stessi per raggiungere l’eccellenza. Ecco perché non possiamo vivere senza bellezza, poiché essa suscita e mantiene la tensione necessaria all’uomo per realizzare la sua eccellenza umana; diviene la motivazione centrale di ogni decisione e azione.
Così come dice Sua Eccellenza, Monsignor Fisichella: “la via pulchritudinis rappresenta un percorso, probabilmente privilegiato, per questi nostri contemporanei che, pur essendosi allontanati dalla fede, possono ritrovare la nostalgia di Dio attraverso la contemplazione della bellezza che parla di Lui”.
Don Roberto Verga, parroco
S.E. Mons. RINO FISICHELLA
Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione
Il legame tra fede e bellezza, che trova espressione nelle varie forme dell'arte, non può essere considerato accessorio. Come ricordava l'allora Card. Ratzinger nel saggio “Lo spirito della liturgia” la totale assenza di immagini non è conciliabile con la fede nell’incarnazione di Dio. Nel suo agire storico Dio è entrato nel nostro mondo sensibile perché esso divenisse trasparente in ordine a Lui». Il Figlio di Dio ha assunto la natura umana, ha posto la sua dimora nel mondo ed ha superato quella sorta di incomunicabilità ed immette nella storia, per la prima ed unica volta, ciò che l’uomo attendeva per poter approdare ad un rapporto con Dio che fosse coerente con la sua stessa natura.
La mostra «Videro e credettero. La bellezza e la gioia di essere cristiani» intende innanzitutto ribadire ciò che sta all'origine della fede di ogni uomo: il dono di grazia che scaturisce dall’incontro con il Cristo, morto e risorto, unico salvatore dell'uomo. Questo incontro è possibile oggi poiché Egli è il vivente, ed è per riscoprirne la «gioia ed il rinnovato entusiasmo» che il Papa, come ha ricordato nella Lettera apostolica Porta Fidei (cfr. n. 2), ha indetto l'Anno della fede.
Il mistero del Verbo incarnato, del «più bello tra i figli dell'uomo» (Sal 45,3), consente di sperimentare quanto la bellezza riesca a comunicare meglio di altre forme il mistero della fede. Gesù è l'immagine del Dio invisibile" (Col 1 ,15), è icona del Padre, come Egli stesso spiega a Filippo: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9). La fede in Gesù, Verbo incarnato, rende l'arte non un mero elemento ornamentale quanto, piuttosto, la descrizione di un'esperienza di fede che deve essere raccontata, perché nelle immagini il mistero può essere riproposto in quanto creduto, celebrato e contemplato.
Ciò consente, nello stesso tempo, di non lasciar cadere la provocazione derivante da uno dei grandi equivoci del nostro tempo: la bellezza, che da sempre affascina come particolare forma di contemplazione che spinge all'amore, sembra scomparire lentamente dal nostro mondo, esponendolo al pericolo dell'insipienza. Dove viene a mancare la bellezza, infatti viene a mancare l'amore e con esso il senso della vita e la capacità di generare futuro.
Oggi si parla spesso di bellezza; eppure sembriamo incapaci a pensarla, promuoverla, difenderla e realizzarla. Quando la bellezza, infatti, si esaurisce nella forma narcisistica del culto di se, diventa incapace di suscitare il genio che produce opere in grado di perdurare negli anni e diventare eterne. Si scivola nell'effimero e si perde il senso della verità e della bontà. Venendo meno la loro forza di attrazione, si diventa incapaci di creare cultura e, di conseguenza, anche la vita personale e sociale diventa insipida.
Per questo è sempre più urgente che, nel cammino della nuova evangelizzazione, attingendo all'inestimabile patrimonio artistico custodito e difeso dalla Chiesa, si trovino forme adeguate per l'annuncio del Vangelo presso tanti battezzati che non comprendono più il senso di appartenenza alla comunità cristiana e sono vittime del relativismo e del secolarismo che ha portato l'uomo ad escludere Dio dal proprio orizzonte. La “via pulchritudinis” rappresenta un percorso, probabilmente privilegiato per questi nostri contemporanei che, pur essendosi allontanati dalla fede, possono ritrovare la nostalgia di Dio attraverso la contemplazione della bellezza che parla di Lui.
Un obiettivo cui anche gli eventi proposti intendono offrire un contributo qualificato, capace di coinvolgere le comunità cristiane in un cammino che le porti a sperimentare forme nuove di evangelizzazione.
Mons. Rino Fisichella
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